Penultimo appuntamento al Vittoriale di Gardone Riviera del ciclo “Tener-a-mente 2015” spin off “Tener-a-mente oltre” è stato dedicato ad Arto Lindsay.
Teatro dell’evento il Laghetto delle danze, chiuso al pubblico per decenni e riaperto nel marzo 2013. Nel laghetto, a forma di violino, confluiscono due torrenti, battezzati dallo stesso D'Annunzio "dell'Acqua Pazza" e "dell'Acqua Savia". Ambient sicuramente adatto alle sonorità ed alla musica di questo musicista, creativo e provocatore e oltre modo non definibile come genere.
E’ arrivato solitario con la sua chitarra, ha attaccato un jack, ha preso dal suo zainetto lo spartito, lo ha posizionato su cavalletto e poi vai….. ci si aspettava mettesse anche il cappello davanti o la custodia della chitarra aperta, come i suonatori che si incontrano nelle metrò, tanta la semplicità nel porsi al pubblico.
Il suo stile sulle corde “atonale” ha prodotto riverberi sull’acqua del laghetto che hanno dato un ordine a ciò che veniva eseguito, a ricordarci che la natura certamente ha le idee più chiare dell’uomo.
Arto Lindsay aveva freddo, l’ha detto in italiano. Quasi stupito dei bravo di alcuni del pubblico, pochi applausi quasi a far capire che forse non a tutti è dato di capire, defezioni fin quasi dalle prime battute …. il suo obiettivo era provocare e ci è riuscito in parte…forse.
Nota di colore di tutta la serata l’inedita versione della poltrona Proust proposta dell’arch.Alessandro Mendini, testimonial d’eccezione dell’evento “D’Annunzio e i Giardini di Pan”(Vittoriale degli Italiani, fino al 31 ottobre 2015) e realizzata da Magis, per l’occasione nel color violato, inventato proprio da D’Annunzio, una sorta di “colore ibrido” tra il rosa e il viola. E pensare che la leggenda vuole che quando D’annunzio e Proust si incontrarono non nacque alcuna simpatia per l’altro.
Che dire, serata dalla gradevole temperatura, scenario ed organizzazione straordinari.