Da sabato 14 novembre è disponibile al pubblico il rinnovato Museo degli affreschi Cavalcaselle alla Tomba di Giulietta, con un nuovo percorso espositivo che accompagna il visitatore lungo l’evoluzione pittorica parietale veronese dall’anno 1000 fino al XVI secolo.
Questa nuova apertura segue una attività di restauro e ricollocazione degli affreschi, staccati dal luogo di ritrovamento tra la fine dell’800 e la fine del 1960, e adesso accuratamente ordinati all’interno delle sale museali, rispettando la posizione realmente occupata nella sede originaria.
L’attenzione riservata a questo lavoro si può rilevare per il ciclo affrescato della grotta di S. Nazaro: la collocazione di ciascun lacerto vuole ricreare l’aspetto col quale anticamente il sacello si presentava al fedele, in una meticolosa ricomposizione effettuata grazie agli studi in collaborazione con l’Università degli Studi di Verona.
Nella sala successiva sono esposti i sottoarchi affrescati da Altichiero di Zevio su commissione di Cansignorio della Scala nel 1375, per fregiare il palazzo signorile nell’attuale Piazza Dante. In questo caso è stata utilizzato un sistema di sospensione dei sottoarchi, un posizionamento che permette non solo al visitatore di apprezzare al meglio i ritratti dipinti degli Imperatori romani, ma anche di fornire una prospettiva realistica di come il porticato esterno apparisse agli occhi di chi guardava.
Numerosi anche gli affreschi di esponenti delle botteghe pittoriche veronesi provenienti dalle chiese di S. Eufemia e Santa Felicita, botteghe influenzate dallo stile di Giotto nel XIV secolo, i cui esponenti principali furono il Primo e Secondo Maestro di Zevio, il lombardo Turone di Maxio, o il Maestro del Redentore.
Seguendo un preciso ordine cronologico è possibile ammirare le opere del XVI secolo, come un grandioso Battesimo di Cristo di Francesco di Morone, proveniente dalla chiesa di S. Nazario e Celso e databile al 1517, che occupa un’intera parete della sala museale, con le raffigurazioni dei quattro evangelisti e dei loro simboli: il leone, il toro, l’angelo e l’aquila.
Presenti anche affreschi di alcuni nobili palazzi veronesi, come il maestoso fregio continuo che raffigura la Cavalcata di Carlo V e Clemente VII a Bologna nel 1530, dipinto da Jacopo da Ligozzi per la residenza della famiglia Fumanelli a S. Maria in Organo. Il fregio si estende per 30 metri, e rappresenta la volontà di autocelebrazione e adesione alla dignità imperiale e sacra della famiglia aristocratica, senza tralasciare che il soggetto scelto potrebbe allegoricamente simboleggiare il desiderio di liberazione di Verona dal dominio veneziano.
Il percorso continua con ceramiche, dipinti, bozzetti e affreschi che conservano e testimoniano come Verona fosse la “città dipinta”, con il suo straordinario numero di case affrescate, alcune tuttora visibili in piazza delle Erbe, altre purtroppo provate dalle intemperie come Palazzo Fiorio della Seta, distrutto da una piena dell’Adige il cui ciclo pittorico esterno di Domenico Brusasorzi e Bernardino India è stato salvato ed esposto al museo.
Un excursus che riscopre e valorizza la fiorente pittura veronese medievale e rinascimentale nel suggestivo contesto della Tomba di Giulietta, che restituisce alla città opere nascoste e dimenticate. Aperto dal lunedì dalle 13,30 alle 19,30, dal martedì alla domenica dalle 8,30 alle 19,30.