Anche quest’anno la 44esima edizione del Verona Jazz sta regalando al pubblico, sette concerti di spessore musicale unico.
Sul palcoscenico del Teatro Romano si sono alternati artisti come Billy Cobham Band, Paolo Fresu “Devil Quartet”, David Gazarov Trio, Raphael Gualazzi, Stefano Bollani fino ad arrivare a Simona Molinari con il suo “Loving Ella”, un progetto, oramai collaudato e presentato nella versione estiva con l’aggiunta di un ospite speciale: Mauro Ottolini.
Ad accompagnare Simona Molinari una band di musicisti di tutto rispetto come: Fabio Colella batteria, Fabrizio Pierleoni contrabbasso, Gian Piero Lo Piccolo sax e clarinettoe Claudio Filippini pianoforte.
Un tributo personale che Simona Molinari ha voluto rendere alla regina del jazz Ella Fitzgerald, proprio nella ricorrenza dei cento anni dalla nascita. Un’artista che ha influenzato molto le scelte artistiche della Molinari, lo afferma sul palco:“prima ancora che uno stile o una particolare tecnica vocale, quello che realmente mi ha trasmesso la musica di Ella Fitzgerald è stato imparare a sognare. Così, ad un certo punto, ho iniziato a sognare di fare la cantante”
Un escursus nella vita della regina del jazz riproponendo alcuni dei brani più famosi, che hanno segnato la storia travagliata della cantante statunitense, la quale, ricordiamo, è stata attiva per 59 anni pubblicando una settantina di album con circa 40 milioni di copie vendute.
Il repertorio ha visto Simona Molinari reinterpretare brani come “A-Tisket, A-Tasket” del 1938, “Bewithched” del 1940, nell’adattamento in omaggio a Duke Ellington con “Portrait of Ella Fitzgerald”, la canzone divenuta uno standard del jazz, “It don’t mean a thing (If it ain’t got that swing)”, “A Sentimental Mood”, la toccante“The man I love” con musiche di George Gershwin e“Smoke gets in Your Eyes”
Il repertorio di sicuro effetto, non ha però creato quella magia, che avrebbe dovuto trasmettere. Forse la continua riproposizione dello spettacolo, ha di volta in volta fatto perdere al progetto la spontaneità nei dialoghi, nella narrazione della vita di Lady Ella, a tratti enciclopedica, e negli sketch che hanno strappato sorrisi ma hanno messo in evidenza un live preconfezionato.
Uno spettacolosalvato dal calibro dei musicisti presenti sul palco, per non parlare della performance di Mauro Ottolini, che ha sorpreso il pubblico del Teatro Romano con le sue shells, le conchiglie.
Nel finale Simona Molinari ha presentato tre brani del suo repertorio: “Egocentrica” la prima canzone che l’ha fatta conoscere al grande pubblico, un adattamento di “In cerca di te (Sola me ne vo per la città) di Natalino Otto e il pezzo che forse l’ha resa famosa presentato al 63° Festival di Sanremo “La Felicità”, con Peter Cincotti.
La chiusura del concerto è stata con “You’ll Have to Swing (Mr.Paganini)” brano scritto da Sam Coslow e registrato da Lady Ella nell’ottobre del 1936.
Ultimo appuntamento di Verona Jazz 2017, siglato Eventi Verona (Event), vedrà sul palco Luca Aquino & The Jordanian National Orchestra Ensemble il 26 giugno.