Quando si dice "basta la parola", ma in questo caso basta il nome Steve Winwood per essere catapultati nell'enciclopedia della storia del rock.
Nella suggestiva cornice del Vittoriale degli italiani, l'edizione 2017 di Tener-a-mente ha ospitato Steve Winwood.
Compositore, cantante e polistrumentista britannico, uno dei grandi del soul bianco che fin dalla giovane età, ora 69enne, non ha distratto il suo talento, suonando con i grandi del blues come B.B.King, Chuck Berry, Muddy Waters, acquisendo e facendo proprio uno stile soul-blues.
Poi è tutta storia, continua il cammino fondando uno dei gruppi inglesi più importanti in assoluto i Traffic e poi ancora il sodalizio con Eric Clapton e Ginger Baker che li porta a costituire il primo super-gruppo rock dei Blind Faith.
Innovatore e dotato di una forte sensibilità artistica, ha introdotto la psichedelia nel rock, entrando di diritto nell'avanguardia musicale.
Steve non ha mezze misure e coinvolge i 1500 del Vittoriale da subito, con le sonorità degli anni ruggenti della Spencer Davis Group, la band di Birmingham dove esordì insieme al fratello Muff, con “I'm a Man” ed esibendo sul palco lo storico organo Hammond.
Un viaggio nel tempo oramai iniziato e ne incalza una dietro l’altra come "Pearly Queen", la suggestiva "The Low Spark of High Heeled Boys" o l'eterna "Can't Find my Way Home", la delicata "Fly" e poi "Dear Mr Fantasy" per terminare con "Gimme Some Lovin' " il successo internazionale entrato nella speciale classifica americana di musica nera.
Una voce travolgente quella di Steve Winwood la sua chitarra elettrica e la sua band con i contro fiocchi, hanno saputo tenere il ritmo scaldando un pubblico assetato di musica.
Grande organizzazione quella del Vittoriale, precisa e attenta come le iniziative. Infatti nell' attesa dell'inizio del live, due attrici Emauela Camozzi e Jessica Leonello, in divisa da maitre di sala, hanno offerto due "Menù in versi"passando tra il pubblico, nei quali al posto delle pietanze, dall'antipasto al dolce, erano elencati titoli di poesie che andavano da D’Annunzio a Pasolini da Ada Merini a Garcia Lorca, recitandole.