In occasione del centenario della morte di Umberto Boccioni (1882 - 1916) dal 05 novembre 2016 al 19 febbraio 2017 al Mart di Rovereto è possibile ammirare la seconda tappa della mostra dedicata al padre della pittura futurista.
Un progetto culturale nato dalla collaborazione tra Mart e Comune di Milano, che ha ospitato la prima tappa a Palazzo Reale dal 23 marzo al 10 luglio 2016.
La mostra non poteva avere un vestito più su misura se non quello fornito dagli ampi spazi del Mart, riconosciuto, grazie alle collezioni presenti, agli archivi storici e la Casa d'Arte Futurista Depero, la sede del futurismo.
Oltre 180 opere e documenti inediti riferiti all' artista rinvenuti presso la Biblioteca Civica di Verona, suddivise in cinque sezioni intitolate: Atlante, Sogno simbolista, Veneriamo la Madre, Fusione di una testa con il suo ambiente, Dinamismi.
Le prime sale dell'Atlante e i Diari sono dedicate alla memoria, una vera e propria introduzione e ambientazione del visitatore che inizia il percorso della mostra. Dopo la prima sala ricca di documenti e richiami alla società dell'epoca, nella seconda si ha già la sensazione di entrare nell'intimità dell'artista, con ritratti di amici e conoscenti e con i primi studi sulla scomposizione di un'immagine per renderne la dinamicità.
Nella sala Sogno simbolista, opere di artisti come Balla, Previati, Bistolfi, Fornara, Romolo Romani, Rops, Redon e altri, vengono messe in rapporto con l'attività artistica di Boccioni, un viaggio dal Divisionismo al Futurismo in poco più di un decennio dal 1903 al 1916.
La centralità della mostra è dedicata alla sala Veneriamo la Madre, la cui protagonista è appunto la figura della madre dell'artista, Cecilia Forlani. Bellissimo il Nudo di spalle (1911). Ciò che più risalta però non è il riproporsi del soggetto, ma il passaggio compiuto da Boccioni dallo studio della scomposizione del colore divisionista alla scomposizione della forma, fino ad arrivare alla visione futuristica con la fusione tra soggetto, luce e ambiente.
L'11 aprile 1912 Boccioni pubblica il Manifesto tecnico della scultura futurista, nel quale l'artista scrive "La cosa che si crea non è che il ponte tra l'infinito plastico esteriore e l'infinito plastico interiore, quindi gli oggetti non finiscono mai e si intersecano con infinite combinazioni di simpatia e urti di avversione"
E' proprio nell'ultima sala intitolata “Dinamismi”, che si arriva al culmine della ricerca di Boccioni, nella quale si può ammirare la più celebrativa delle opere, la scultura: Forme uniche della continuità nello spazio.
Un viaggio quello di Boccioni che ha segnato profondamente un periodo, rompendo e andando contro l'arte antica e contro il passatismo.
Un successo per il Mart, che ha saputo coinvolgere il visitatore in un viaggio, non è tanto nella visione delle opere di Boccioni, ma proprio nel far comprendere l'evoluzione del pensiero dell'artista, portando la visione del visitatore all'interno dell'opera.