Continua la Stagione Opera e Balletto 2015-2016 al Teatro Filarmonico di Verona con la messa in scena del “Rigoletto”, il melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave.
L’opera, centrata sulla figura del buffone di corte Rigoletto, interpretata da Leo An, si sviluppa sulla maledizione scagliata su di lui dal Conte di Monterone, Alessio Verna, dopo essere stato deriso dal buffone.
Motore di tutto il risentimento sono le voglie libertine del Duca di Mantova, Alessandro Scotto di Luzio, che seduce la figlia del Conte di Monterone, la moglie del Conte di Ceprano e Gelda, Mihaela Marcu, figlia di Rigoletto.
È proprio questo aspetto libertino del Duca, che nell’idea del regista Arnaud Bernard si traduce in una volgare ed esplicita violenza sulle donne, a far rimanere la platea allibita. Non una velata allusione o una seduzione mentale ma una reale scena di stupro corredata da corpi denudati che va a cadere nella volgarità più che a trasmettere un’idea di realismo, forse era quello che si auspicava il regista?
L’allestimento scenografico, a cura di Alessandro Camera, fa eco alla Mantova rinascimentale riproducendo una biblioteca lignea al cui interno si alternano le varie scenografie creando in questo modo un continuum spaziale durante l’intera opera.
Molto interessante e ben sfruttata la casa-torre di Rigoletto che grazie all’aprirsi e al chiudersi delle sue parti e alla rotazione su se stessa, riesce a moltiplicare lo spazio architettonico. L’ultimo atto, ambientato lungo un porticciolo e contrassegnato dall’imbarcazione che funge da abitazione di Sparafucile e Maddalena, è completamente immerso nella nebbia tanto che a tratti era quasi impossibile intravvedere gli artisti.
Molto classici e senza nessun dettaglio degno di nota i costumi che con i loro colori scuri si confondono con il resto della scena se non unica eccezione per il candido vestito di Gilda, che la fa brillare e innalzare quasi ad un angelo.
Inutili, o forse solo poco approfonditi, alcuni aspetti teatrali introdotti nell'arco della rappresentazione come l’analisi corporea medico-scientifica iniziale sulla gobba di Rigoletto da parte del Duca, o ancora l’entrata in scena di un muscoloso uomo di colore quasi nudo ed infine la caduta dal cielo di tutti quei fogli al momento della morte di Gilda.
Per quanto riguarda le interpretazioni è da segnalare quella di Gilda da parte di Mihaela Marcu che ha saputo tenere testa ai virtuosismi che l’opera verdiana impone.
DIRETTORE D’ORCHESTRA Fabrizio Maria Carminati
REGIA Arnaud Bernard
SCENE Alessandro Camera
ALLESTIMENTO Fondazione Arena di Verona
ORCHESTRA, CORO, CORPO DI BALLO E TECNICI Arena di Verona
CAST
IL DUCA DI MANTOVA
Alessandro Scotto Di Luzio (13 e 17 marzo)
Raffaele Abete (15 e 20 marzo)
RIGOLETTO
Leo An (13 e 17 marzo)
Federico Longhi (15 e 20 marzo)
GILDA
Mihaela Marcu
SPARAFUCILE
Gianluca Breda
MADDALENA
Clarissa Leonardi
GIOVANNA
Alice Marini
IL CONTE DI MONTERONE
Alessio Verna
MARULLO
Tommaso Barea
MATTEO BORSA
Antonello Ceron
IL CONTE DI CEPRANO
Romano Dal Zovo
LA CONTESSA DI CEPRANO/UN PAGGIO DELLA DUCHESSA
Francesca Micarelli (13 marzo)
Francesca Martini
UN USCERE DI CORTE
Dario Giorgelè
Lo spettacolo replicagiovedì 17 marzo ore 20.30, domenica 20 marzo ore 15.30.