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Garda Events

Garda Events (98)

The events dedicated to art, culture, lifestyle, food and wine and the territory that Radio Garda Fm , with a detailed chronicle of the facts, has chosen to follow for you. The First Radio of Lake Garda… is always in the front row.

Dal 1 febbraio al 3 giugno 2018 al MUDEC-Museo delle Culture di Milano è possibile visitare l’intensa retrospettiva dedicata all'artista giudicata da alcuni come la più grande pittrice del Novecento: Frida Kahlo (1907 - 1954).

"Frida. Oltre il mito" non è solo la celebrazione dell'artista messicana, ma una mostra che propone una nuova visione della pittrice.

Mostra-evento, così è stata definita dagli addetti ai lavori, in quanto in un'unica sede espositiva, sono esposte opere provenienti dalle due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo: il Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, con il contributo di prestigiosi musei internazionali che hanno prestato dei capolavori mai visti in Italia.

Valore aggiunto della mostra, l'Archivio, rinvenuto nel 2007, a Casa Azul de Coyoacán, l'abitazione nativa e dove Frida, ha poi vissuto con Diego Rivera suo “amore pigmalione”, celebre pittore muralista, oggetto di un certosino lavoro di studio del curatore della mostra: Diego Sileo.

Una vita travagliata quella di Frida, profondamente segnata dalla sofferenza fisica fin dalla nascita, affetta da spina bifida, inizialmente scambiata per poliomielite, ebbe una svolta drammatica il 17 settembre del 1925 con l'incidente in cui rimase vittima riportando gravi ferite che, nonostante i ripetuti interventi chirurgici, minarono per sempre il suo corpo, costringendola a lunghi periodi di immobilità a letto.

Proprio il rapporto ossessivo con il proprio corpo compromesso, è il filo conduttore delle opere di Frida Kahlo;  lei stessa è manifesto delle sue paure, del dolore, unito a quello dell’ incapacità di portare a termine una gravidanza. Un dolore profondo che si trasforma in uno sfrontato cinismo.

Una donna profondamente legata alle sue origini, al folclore della propria terra, alla politica, tanto da riconoscere come proprio anno di nascita quello della rivoluzione messicana del 1910.

Osservare un quadro di Frida non è assorbire una sofferenza, ma un'immersione dell'essere umano nelle sue fragilità, nei suoi istinti più carnali. Non è una donna per le donne, ma un'esibizione del proprio essere, come nelle idee politiche e sociali, così come l'artista le ha vissute. Una condivisione della sofferenza quasi terapeutica.

"Hanno pensato che fossi una surrealista, ma non lo ero. Non ho mai dipinto sogni. Ho dipinto la mia realtà" (Frida Kahlo)

Una mostra a 360° alla scoperta del mondo e della cultura di Frida Kahlo, con conferenze, eventi dedicati, letture dei diari e lettere scritte dall'artista a Diego Rivera, al Messico di Frida con le tradizioni precolombiane a lei care.

Partita il 16 novembre 2017 la mostra internazionale multimediale Van Gogh Alive - The Experience, ospitata al Piano Nobile del Palazzo della Gran Guardia, a Verona, ha ottenuto un grande successo tanto da vedere prorogata la data di chiusura dal 28 gennaio al 2 aprile 2018.

La mostra dedicata al celebre pittore, precursore dell'arte moderna, è un'esperienza non solo visiva e sensoriale ma un viaggio all'interno dell'uomo: Van Gogh.

Van Gogh è il pittore degli stati emotivi, del colore, della forma non forma, della simbiosi tra l'artista e l'arte.

La mostra prodotta da Grande Exhibition e Ninetynine, in collaborazione con il Comune di Verona, offre un percorso espositivo incentrato nel decennio più produttivo dell’artista, tra il 1880 e il 1890, anno della morte, in un virtuale viaggio da Parigi a Saint-Rémy ad Auvers-sur-Oise, nei luoghi che furono fonte di maggior ispirazione.

L'immersione visiva è totale grazie a più di 3000 immagini raffiguranti i quadri di Van Gogh, proiettate a pieno schermo grazie alla tecnologia SENSORY4™, 50 proiettori ad alta definizione e grafica multi canale.

Un'esperienza resa ancora più viva dall'effetto audio surround da una scelta musicale raffinata che accompagna lo scorrere delle immagini: Vivaldi, Ledbury, Tobin, Lalo, Barber, Schubert, Satie, Godard, Bach, Chabrier, Saint Saëns, Handel.

Una mostra non mostra, un nuovo modo per avvicinare un target di pubblico sempre più ampio al mondo dell'arte e alla scoperta degli artisti, che hanno saputo dare voce alla loro “poesia” attraverso la pittura.

La rassegna Classici del Teatro Camploy di Verona, ha come mission quella di valorizzare artisti eccellenti che hanno saputo creare un connubio innovativo tra musica classica e moderna.

E’ Remo Anzovino compositore e pianista ad aprire la rassegna, considerato fra gli esponenti più affermati e innovativi della musica strumentale contemporanea.

Per l'occasione, il musicista friulano di origini napoletane, ha presentato e suonato il suo quinto album pubblicato nel settembre 2017 dal titolo "Nocturne" - Sony Classical, a 5 anni di distanza dal precedente.

L'esecuzione in piano solo ha visto Anzovino dare un'impronta intimista al concerto, coinvolgendo il pubblico in una sorta di viaggio interiore, nel quale le certezze acquisite vengono messe in discussione e le abitudini si connotano di un carattere unico seppur nel loro continuo ripetersi.

La costante ricerca contraddistingue l'opera dell’artista, capace di un linguaggio musicale trasversale ed emozionale al tempo stesso, un viaggio multisensoriale che trasporta naturalmente l’ascoltatore verso l’inconscio.

L'album "Nocturne" è stato registrato tra Tokyo (JVC Victor Studio, Londra (Abbey Road), Parigi (Les Saint German) e New York (Brooklyn Recording) conferendo all'opera un'essenza cosmopolita.

Nella scenografia minimalista, un pianoforte, monitor sagomanti e fumo artificiale, il titolo di ogni brano appariva visibile su un totem luminoso: "Manhattan 5 am", "Canto alla durata", "Estasi", "Nocturne in Tokyo", "Cammino nella notte", "Galilei", "Miss You", "Storm", "Empty House", "Igloo", "Hallelujah" "Universi" "I'm not leaving", "Isgtanbul", "Valse pour une femme", "No smile (Buster Keaton), "Still Raining", "The stars", il bis "Tabù" e "Metropolitan".

 Le scelte artistiche del Teatro Camploy si distinguono, come sempre, per la loro eccezionalità e organizzazione.

Un cuore grande ha riscaldato l'aria novembrina dei veronesi dal 3 all' 8 novembre, quello dei volontari dell'associazione per l'Assistenza Domiciliare Oncologia Onlus, che ha celebrato i 25 anni dalla nascita con una serie di eventi, terminati in concomitanza della Giornata nazionale contro la sofferenza inutile delle persone inguaribili promossa dalla Federazione Cure Palliative.

Evento conclusivo dei tre giorni della manifestazione è stato il concerto a ingresso libero al Teatro Ristori, che ha visto come guest star la cantautrice Nada con il progetto musicale in tour "Parole che si cantano anche", accompagnata al piano da Julian Barret; una reinterpretazione dei brani più famosi come: "Sul porto di Livorno" di Piero Ciampi, "Ma che freddo fa" di Franco Migliacci, "Amore disperato" di Gerry Manzoli e Varo Venturi, "Guardami negli occhi", "Luna in piena" e "Senza un perchè" di Nada Malanima.

Ennio Rega, uno dei più eclettici cantautori e compositori italiani, di origini salernitane ma romano d'adozione ha aperto il live con il suo stile inconfondibile, regalando al pubblico un assaggio di musica autorale sui generis.

Ennio non vuole solo raccontareil quotidiano o il divenire articolato e complesso della società contemporanea, ma sbattere con violenza una porta, quasi a scuotere gli animi e i pensieri.

Quattro sono stati brani, tratti dall’ultimo album "Terra sporca": "Ballata di zecche e pidocchi", "Il condominio delle insegnanti", "Non ti ho mai fatto un regalo", "La strada per Celia" cantata in duetto con il mezzosoprano Lucrezia Venturiello,promessa della lirica efiglia dell’artista.

Di seguito Vanessa Tagliabue Yorke, accompagnata da Enrico Terragnoli alla chitarra e da Maria Vicentini al violino e viola, cantante jazz creativa e sperimentatrice dei linguaggi sonori, che ha proposto una versione molto sentita “Almeno tu nell'universo" - Bruno Lauzi/Maurizio Fabrizio e brani del proprio repertorio.

 

Una bella serata per celebrare i 25 anni di ADO Verona, per ribadire l'utilizzo delle "cure palliative come approccio per dare al malato dignità e sollievo in ogni fase ultima della vita" e promuovere la conoscenza delle cure palliative attraverso anche la formazione dei medici.

La terza edizione di Hostaria Verona non ha sicuramente disatteso le premesse e anche quest'anno nei giorni dal 13 al 15 ottobre, il cuore di Verona ha accolto con numeri da record oltre 30.000 presenze italiane ed estere.

L’edizione 2017 del festival è stata in onore di Giorgio Gioco, noto ai più come cuoco del famoso ristorante 12 Apostoli, illustre personaggio della città che nel tempo è stato ambasciatore e promotore della cucina locale e dei prodotti del territorio.

Un programma denso di appuntamenti, non solo legati all'approfondimento sulla cultura del vino e l'enogastronomia ma anche all'intrattenimento: dalle proposte musicali con DJ set classico, lirico e folk, agli spettacoli teatrali e ai momenti di poesia.

Oltre 150 tipi di vino dell'eccellenza dei territori, del Valpolicella, del Custoza, del Bardolino, del Lugana, del Soave, dell'Arcole Doc e del Durello, lungo un percorso di tre chilometri, da Castelvecchio, Via Roma, Piazza Bra, Piazza dei Signori, Cortile Mercato Vecchio e Lungadige San Giorgio

Una manifestazione che vuole guardare anche all'impegno e alla promozione delle nuove imprese, a simbolo la consegna del premio "Futuro in Campo - Credit Agricole per l'agricoltura sociale" alla Fattoria Margherita di Oppeano (VR), nata dalla volontà di un gruppo di giovani agricoltori legati al territorio, che hanno fatto una scelta consapevole di coltivare la terra dando vita a una fattoria multifunzionale, attorno alla quale, oltre all'attività agricolo biologica, si stanno sviluppando altre attività con funzioni sociali, produttive e didattiche

La terza edizione di Hostaria non è stata soltanto annaffiata dal vino ma anche dalla birra con la partecipazione di selezionatissimi birrifici artigianali, prodotti sempre più presenti nelle moderne osterie. Gli espositori dislocati nell’area pedonale del Parco Cesare Lombroso, sul lungadige tra il ponte Garibaldi e ponte Pietra costeggiando la chiesa di San Giorgio, sono stati i protagonisti della parte serale della manifestazione, con un dopo-Festival ricco di appuntamenti.

Tra i marchi di birre da degustare spiccavano i nomi di Batzen bräu (BZ), Birra Mastino (VR), Mister B Brewery (MN), Birrificio Manerba e Birrificio B2o (VE).

Da non dimenticare i laboratori e degustazioni guidate di un altro prodotto del territorio come il formaggio Monte Veronese,.

Un festival dei sapori e dei profumi che punta a diventare uno degli appuntamenti di maggiore interesse nel panorama italiano.

Una manifestazione resa accessibile a tutti con Hostaria accessibile, servizi di ospitalità dedicati alle persone con handicap motorio e tour guidati lungo il percorso del festival per persone non udenti.

Un altro successo dell'organizzazione di Hostaria che ha saputo coordinare anche l'aspetto dell'ordine, della sicurezza, garantendo una manifestazione all'insegna del divertimento. 

Ultimo appuntamento della tredicesima edizione del Verona Folk 2017 al Teatro Romano di Verona: Inti-Illimani Historico.

Il gruppo storico, costituitosi nel 1967 a Santiago del Cile, è considerato, a livello internazionale, simbolo e punto di riferimento del movimento musicale conosciuto come "la nueva cancion chilena".

Gli Inti-Illimani sono saliti alla ribalta delle cronache quando, dopo le tournée in Sud America, nel 1973 arrivano in Europa e precisamente in Italia dove viene riconosciuto ai membri del gruppo il diritto di asilo politico a causa del concomitante golpe miltare del settembre 1973 in Cile, con la destituzione del governo di Salvador Allende ad opera del dittatore Augusto Pinochet.

Nel corso degli anni il gruppo degli Inti-Illimani ha avuto vari avvicendamenti nella formazione sempre con elementi di alto spessore artistico, tanto che nel 2004 tre dei componenti storici, Horacio Duran con Horacio Salinas e José Seves, formano il nuovo gruppo gli Inti-Illimni Historico, a cui si sono aggiunti musicisti come Fernando Julio al basso e voce, Camilo Salinas al pianoforte, fisarmonica e voce, Danilo Donoso alle percussioni e voce, Hermes Villalobos ai fiati, percussioni e voce.

Un'occasione, il ritorno del gruppo cileno in Italia, per celebrare con la tournée "50 anni", il cinquantesimo anniversario di attività musicale e rinnovare l'amicizia tra Verona e gli Inti-Illimani nata nel lontano 06/09/1975, due anni dopo il golpe, con il concerto tenuto nella suggestiva cornice dell'Arena di Verona.

Doveroso il rimando al concerto dell'epoca per il potente messaggio di libertà e democrazia, unito all'opera che l'artista di murales Carrasco altro esule, realizzò nell'imponente scenario dell'Arena "Le bandiere cilene apparivano ovunque, gruppi di persone arrivate dai luoghi più lontani gridavano e cantavano "El pueblo unido jamas será vencido", altri appladuivano e canatavano canzoni di libertà e della resistenza italiana......." (cit."Inti-Illimani Storia e mito" di Eduardo "Mono" Carrasco - Francesco Comina, Casa Editrice Il Margine).

La musica degli Inti-Illimani non è solo il racconto di una terra e del suo popolo, ma la continua ricerca della fusione con stili differenti, tanto da essere considerata, in una recensione del Wasghington Post come "folklore in cerca di una patria".

Tutto il concerto è stato un escursus dei 50 anni di musica del gruppo, sicuramente per il pubblico più adulto anche un viaggio nella memoria storica sociale e politica del periodo, senza però essere rimasti ancorati al passato ma anzi con l’esplicita ricerca di contaminazioni e sonorità di altri paesi e l'intento di fare musica con ritmi moderni senza rinnegare le origini.

Un finale ad hoc del Verona Folk 2017 con gli Inti-Illimani Historico, che come sempre ha posto grande attenzione nelle scelte di cartellone restando fedele alla propria filosofia. 

Alla rassegna "Tener-a-mente Oltre" del Festival del Vittoriale non poteva mancare Richard Galliano, musicista, compositore e virtuoso della fisarmonica e del bandoneon (fisarmonica inventata dal musicista tedesco Heinrich Band. Indispensabile nelle orchestre di tango argentine).

La location, variata a seguito delle avverse condizioni del tempo presso il Teatro di Villa Alba, a poche centinaia di metri dal Vittoriale e il caldo non hanno deluso il “tutto esaurito”.

Da molti considerato l'erede di Astor Piazzolla, proprio da quest'ultimo, ha ricevuto l'imput di "riscoprire le sue origini francesi, portando alla luce il New Musette come Piazzolla aveva fatto con il Tango Nuevo".

Ciò che contraddistingue il lavoro di Galliano è l'unicità delle sue composizioni e interpretazioni, spaziando in per generi e stili di musica.

L'atmosfera unica che la fisarmonica riesce a creare, è resa ancora più intensa dall'impronta che Galliano riesce dare alle sue interpretazioni.

Un live che potremmo definire “Richard Galliano solo”, ancora più minimalista e profondamente intenso, che ha “donato” al pubblico emozioni e atmosfere forti, dal tango argentino alle melodie francesi e mediterranee, ai ritmi brasiliani con ballads e tocchi di valzer fino al tango Nuevo di Piazzolla.

La set list ha visto l'esecuzione dei brani: "Aria", "Chat Pitre", "Fou Rire", "Tango Pour Claude", "Barbara", "La Valse a Margaux", "Aurore", "Libertango", "Oblivion", "Sertao", "Odeon", "Lili", "Love Day".

 

Come sempre l'organizzazione del Festival del Vittoriale nonsi è lasciata intimorire dagli inconvenienti dell’ultimo minuto, dando esempio di assoluta efficienza e professionalità.

Il terzo appuntamento del Verona Folk 2017, nella cornice del parco di Villa Venier a Sommacampagna (VR),ha visto come protagonista, unica data in Veneto e registrando il tutto esaurito, uno dei maggiori cantautori italiani: Eugenio Finardi.

Il tour tributo ai "40 Anni di Musica Ribelle - Diesel Edition" rende omaggio all'album Diesel” pubblicato da Finardi nel 1977 e divenuto una pietra miliare della carriera del cantautore milanese.

 "Musicista bipolare", per definizione dello stesso Finardi, che nel corso della sua carriera, si è sempre posto in modo trasversale rispetto al mondo della musica, senza lasciarsi influenzare da dinamiche commerciali, spaziando in sonorità che vanno dal blues all' hard rock, dal folk al reggae e alle ballad acustiche, sino ai registri più sincopati di matrice jazz.

Finardi è un artista figlio del suo tempo dallo stile sempre coerente con i suoi tratti espressivi e definendo così questo nuovo progetto: “è il mio ritorno al futuro. Sono andato a scavare tra bobine, suoni, canzoni, ricordi e ho trovato l'energia che vibra nelle ossa ed entra nella pelle".  

"40 Anni di Musica Ribelle - Diesel Edition" non è solo il festeggiare un successo nel tempo, ma quello rimarcare un esempio dei più lucidi di collettivo, nel quale è stata tangibile la coesione tra il modo di suonare e  scrivere parole a quello di vivere e di essere.

Il rivivere di una generazione all'epoca unita da un'utopia, erano gli anni della Cramps fulcro e fucina di creatività ed emozioni, dove il denaro era considerato un mero strumento borghese.

Finardi e la band di giovani, ricca di energia, che lo segue ormai da sei anni, composta da Giovanni Maggiore detto Giuvazza  alle chitarre elettriche, Marco Lamagna al basso, Claudio Arfinengo alla batteria e la new entry, 21 anni di età, Maximilian Agostini alle tastiere,  hanno rapito il pubblico :  "Voglio", "Soldi", "La C.I.A." una canzone nata quasi per scherzo, "Oggi ho imparato a volare", "La Radio" nata come jingle per l'emittente Radio Milano Centrale, ora Radio Popolare, diventata poi una canzone inno delle radio libere  di allora, "Musica Ribelle" primo vero pezzo di rock italiano ("Sugo" - 1976), "Se solo avessi" ("Non gettate alcun oggetto dai finestrini" - 1975), "Le Ragazze di Osaka" ("Dal Blu"  - 1983),  "Scuola" , "Giai Phong", brano nato dopo la lettura del libro omonimo "Giai Phong! La liberazione di Saigon" scritto dal giornalista/scrittore Tiziano Terzani (1938-2004) ("Diesel" - 1977). 

E poi ancora: "Non diventare grande mai" precedutoda una riflessione sulle intuizioni che all'epoca hanno portato Finardi a scrivere il brano nonostante la giovane età, "Si può vivere anche a Milano", "Non è nel cuore" , "Scimmia" un racconto freddo e crudele sulla droga, "Zucchero"  ("Diesel" - 1977), "Un uomo"  ("Occhi" - 1996), "Patrizia" ("Finardi" - 1981).

La chiosa al concerto è arrivata con i bis: "Extraterrestre" dall'album "Blitz" - 1978, un blues tratto dall'album "Anima Blues" - 2005, Amore diverso" una bellissima dichiarazione d'amore alla figlia, nata con la Sindrome di Down ("Dal Blu" - 1983).

Nel corso del concerto Finardi ha dato spazio alla chitarra psicadelica di Giovanni Maggiore "Giuvazza", che ha presentato, due brani del suo primo album prodotto da Eugenio Finardi, di prossima pubblicazione,"Nudisti al sole" e "Ti stai cercando".

 Un grazie va a Verona Box Office, per l’impegno e l’organizzazione impeccabile della rassegna che si concluderà al Teatro Romano di Verona il 31/08/2017 alle ore 21.30 con gli Inti-Illimani Historico.

Quando si dice "basta la parola", ma in questo caso basta il nome Steve Winwood per essere catapultati nell'enciclopedia della storia del rock.

Nella suggestiva cornice del Vittoriale degli italiani, l'edizione 2017 di Tener-a-mente ha ospitato Steve Winwood.

Compositore, cantante e polistrumentista britannico, uno dei grandi del soul bianco che fin dalla giovane età, ora 69enne, non ha distratto il suo talento, suonando con i grandi del blues come B.B.King, Chuck Berry, Muddy Waters, acquisendo e facendo proprio uno stile soul-blues.

Poi è tutta storia, continua il cammino fondando uno dei gruppi inglesi più importanti in assoluto i Traffic e poi ancora il sodalizio con Eric Clapton Ginger Baker che li porta a costituire il primo super-gruppo rock dei Blind Faith. 

Innovatore e dotato di una forte sensibilità artistica, ha introdotto la psichedelia nel rock, entrando di diritto nell'avanguardia musicale.

Steve non ha mezze misure e coinvolge i 1500 del Vittoriale da subitocon le sonorità degli anni ruggenti  della Spencer Davis Group, la band di Birmingham dove esordì insieme al fratello Muff, con “I'm a Man” ed esibendo sul palco lo storico organo Hammond.

Un viaggio nel tempo oramai iniziato e ne incalza una dietro l’altra come "Pearly Queen", la suggestiva "The Low Spark of High Heeled Boys" o l'eterna "Can't Find my Way Home", la delicata "Fly" e poi "Dear Mr Fantasy" per terminare con "Gimme Some Lovin' " il successo internazionale entrato nella speciale classifica americana di musica nera.

Una voce travolgente quella di Steve Winwood la sua chitarra elettrica e la sua band con i contro fiocchi, hanno saputo tenere il ritmo scaldando un pubblico assetato di musica.

Grande organizzazione quella del Vittoriale, precisa e attenta come le iniziative. Infatti nell' attesa dell'inizio del live, due attrici Emauela Camozzi Jessica Leonello, in divisa da maitre di sala, hanno offerto due "Menù in versi"passando tra il pubblico, nei quali al posto delle pietanze, dall'antipasto al dolce, erano elencati titoli di poesie che andavano da D’Annunzio a Pasolini da Ada Merini a Garcia Lorca, recitandole.

Verona Folk 2017, rassegna musicale organizzata da Box Office Live, ha mantenuto lo standard qualitativo delle precedenti manifestazioni, presentando alla sua tredicesima edizione, un cartellone di tutto rispetto.

Le location destinate ad ospitare gli artisti italiani e internazionali in programma, sono sicuramente un valore aggiunto di tutto rispetto: il suggestivo parco di Villa Venier a Sommacampagna (VR) e lo straordinario Teatro Romano di Verona.

L'apertura della manifestazione a Villa Venier registra il tutto esaurito con uno degli artisti italiani più rappresentativi del cantautorato folk: Angelo Branduardi, accompagnato da Antonello D'Urso alle chitarre, Stefano Olivato al basso e contrabbasso elettrico, Davide Ragazzoni alla batteria e Andrea Pollione alle tastiere.

Il celebre cantautore, violinista e chitarrista milanese con il suo "Hits Tour 17" ha proposto brani del repertorio storico e quelli di più recente composizione, il tutto in chiave più "elettrica".

Tra i brani proposti: "Si può fare" testo di Luisa Zappa, "Domenica e lunedì" testo di Luisa Zappa e Angelo Branduardi (da una poesia di Franco Fortini), "La serie dei numeri"  testo di Luisa Zappa e Angelo Branduardi, un estratto de "L'infinitamente piccolo" un album pubblicato nel 2000 nel quale il musicista ha messo in musica la vita di San Francesco d'Assisi, tutti i testi sono stati curati da Luisa Zappa e basati sufonti francescane, "La pulce d'acqua" , "Alla fiera dell'est"  e "Cogli la prima mela" testi di Branduardi - Zappa,

Una musica raffinata quella di Branduardi e uno stile musicale narrante, che nel tempo ha saputo coinvolgere un pubblico popolare con sonorità folk a tratti auliche.

Branduardi non è sicuramente un one man show ma la musica è padrona e intrattenitrice, il “menestrello” comunica e scherza con il pubblico attraverso la musica, creando una atmosfera unica e coinvolgente.

Da non perdere gli altri appuntamenti del Verona Folk 2017:

il 18/07 Villa Venier - Enzo Avitabile con Naat Veliov & The Original KoČani Orchestra

il 28/07 Villa Venier - Eugenio Finardi

 il 31/08 Teatro Romano - Inti-Illimani Historico

Anche quest’anno la 44esima edizione del Verona Jazz sta regalando al pubblico, sette concerti di spessore musicale unico.  

Sul palcoscenico del Teatro Romano si sono alternati artisti come Billy Cobham Band, Paolo Fresu “Devil Quartet”, David Gazarov Trio, Raphael Gualazzi, Stefano Bollani fino ad arrivare a Simona Molinari con il suo “Loving Ella”, un progetto, oramai collaudato e presentato nella versione estiva con l’aggiunta di un ospite speciale: Mauro Ottolini.

Ad accompagnare Simona Molinari una band di musicisti di tutto rispetto come: Fabio Colella batteria, Fabrizio Pierleoni contrabbasso, Gian Piero Lo Piccolo sax e clarinettoe Claudio Filippini pianoforte.

Un tributo personale che Simona Molinari ha voluto rendere alla regina del jazz Ella Fitzgerald, proprio nella ricorrenza dei cento anni dalla nascita. Un’artista che ha influenzato molto le scelte artistiche della Molinari, lo afferma sul palco:“prima ancora che uno stile o una particolare tecnica vocale, quello che realmente mi ha trasmesso la musica di Ella Fitzgerald è stato imparare a sognare. Così, ad un certo punto, ho iniziato a sognare di fare la cantante”

Un escursus nella vita della regina del jazz riproponendo alcuni dei brani più famosi, che hanno segnato la storia travagliata della cantante statunitense, la quale, ricordiamo, è stata attiva per 59 anni pubblicando una settantina di album con circa 40 milioni di copie vendute.

Il repertorio ha visto Simona Molinari reinterpretare brani come “A-Tisket, A-Tasket” del 1938, “Bewithched” del 1940, nell’adattamento in omaggio a Duke Ellington con “Portrait of Ella Fitzgerald”, la canzone divenuta uno standard del jazz, “It don’t mean a thing (If it ain’t got that swing)”, “A Sentimental Mood”, la toccante“The man I love” con musiche di George Gershwin e“Smoke gets in Your Eyes”

Il repertorio di sicuro effetto, non ha però creato quella magia, che avrebbe dovuto trasmettere. Forse la continua riproposizione dello spettacolo, ha di volta in volta fatto perdere al progetto la spontaneità nei dialoghi, nella narrazione della vita di Lady Ella, a tratti enciclopedica, e negli sketch che hanno strappato sorrisi ma hanno messo in evidenza un live preconfezionato.

Uno spettacolosalvato dal calibro dei musicisti presenti sul palco, per non parlare della performance di Mauro Ottolini, che ha sorpreso il pubblico del Teatro Romano con le sue shells, le conchiglie.

Nel finale Simona Molinari ha presentato tre brani del suo repertorio: “Egocentrica” la prima canzone che l’ha fatta conoscere al grande pubblico, un adattamento di “In cerca di te (Sola me ne vo per la città) di Natalino Otto e il pezzo che forse l’ha resa famosa presentato al 63° Festival di Sanremo “La Felicità”, con Peter Cincotti.

La chiusura del concerto è stata con “You’ll Have to Swing (Mr.Paganini)” brano scritto da Sam Coslow e registrato da Lady Ella nell’ottobre del 1936.

 Ultimo appuntamento di Verona Jazz 2017, siglato Eventi Verona (Event), vedrà sul palco Luca Aquino & The Jordanian National Orchestra Ensemble il 26 giugno.

Il16 maggio si è aperto Web Marketing Festival Rock Contest. che si concluderà il 17 giugno prossimo per la 5^ edizione del Web Marketing Festival ma l’11 giugno è l’ultima data utile per partecipare.

L’iniziativa ha l’intento di valorizzare i nuovi talenti del rock italiano, una vetrina che abbina la voglia di fare musica alla formazione, elemento indispensabile per lavorare nel settore.

L’edizione di quest’anno è ulteriormente arricchita grazie al dbTechnologies, un’occasione unica per le band emergenti che concorreranno. Tutto si baserà sulla presentazione del loro progetto digitale agli ascoltatori di Virgin Radio che potranno votare la migliore direttamente sul sito dell’emittente.

Dopo una prima selezione, basata sul gradimento del pubblico, le band entreranno nella fase più calda del contest dovendo raggiungere un target minimo di 50 voti, questo darà loro il diritto di essere giudicati da una giuria di esperti che valuteranno i progetti secondo i seguenti criteri:

  • capacità tecnica, esecutiva ed interpretativa;
  • sensibilità musicale;
  • qualità della sonorità complessiva

Solo ma migliore riuscirà ad esibirsi sul palco del Palacongressi di Rimini durante lo svolgimento del Web Marketing Festival 2017

Per tutte le informazioni e per partecipare al contest www.webmarketingfestival.it/rock-contest/

Egea Music (Cd)

Una dichiarazione d'amore a 360 gradi, l'abbandono completo dei sensi alla mercè del sentimento assoluto come l'amore, questo trasudano le parole vergate da Gabriele D'Annunzio nella poesia "Stringiti a me", che Patrizia Cirulli ha saputo sapientemente tradurre in musicaed inserire nell'ultimo lavoro discografico "Mille Baci", arrivato in finale al Premio Tenco aggiudicandosi il Premio Lunezia.

Il video della canzone "Stringiti a me", per la regia di Ottavio Tonti, ha visto la sua naturale collocazione al Vittoriale degli Italiani, la Prioria, dimora di Gabriele D'Annunzio, le cui porte si sono aperte, in via eccezionale, per ospitare la cantautrice milanese.

Le immagini scorrono lungo le pareti entrando nelle stanze dove l'impronta di D'Annunzio sembra impregnare ogni singolo oggetto, studiato nella sua posizione proprio per destare la curiosità di chi guarda.

Sicuramente un luogo plasmato sul suo creatore, defilato ma al centro dell'attenzione, lussurioso, spudoratamente provocatorio negli intenti e nei risultati, irriverente per le altrui esigenze.

L'appassionata e coinvolgente interpretazione di Patrizia Cirulli di "Stringiti a me", è una dichiarazione d'amore che ognuno vorrebbe ricevere dalla persona amata, ma l'intento del poeta era proprio questo? Non dimentichiamo che sullo stipite della porta della stanza da letto si trova un incipit "Genio et voluptati" (al genio e al piacere)

Una casa che è un invito ad osare sempre, alla ricerca del piacere assoluto, l'uomo per l'uomo, il vivere all'ennesima potenza, non un bene comune ma l'edonismo lasciato a testimone dall'uomo D'annunzio.

Un gioco d'astuzia, nell'uso delle parole, dell'autore per concupire la prescelta? Questa è un'altra storia.

Patrizia Cirulli ha una timbrica vocale riconoscibile definita proprio da Lucio Dalla una voce "insolita e straordinaria", artista dalla poliedrica visione della musica; non disdegna l'avvicinare la musica d'autore a quella leggera nella costante ricerca della multiforme capacità delle note di dare valore alle parole.

Ultima fatica dell'artista con l’album uscito nel 2016 dal titolo "Mille Baci", vede Patrizia Cirulli cimentarsi in più ruoli da interprete a compositrice e produttrice. Gli arrangiamenti sono curati da Lele Battista.

Un progetto ardito: portare in musica composizioni poetiche firmate da grandi autori italiani ed internazionali fra cui Garcia Lorca, Frida Kahlo, Catullo, il cui testo dà il nome al disco, Eduardo De Filippo, Oscar Wile, Alda Merini e Gabriele D'Annunzio.

Alcuni fra i migliori musicisti del panorama italiano hanno contribuito alla riuscita dell'operazione, come Tony Canto, Massimo Germini, Davide Ferrario, Luigi Schiavone, Giordano Colombo e degli ospiti che hanno duettato con Patrizia Cirulli da Sergio Muñiz a Fausto Mesolella, Lele Battista, Andrea Di Cesare.

“…Tu dammi mille baci e quindi cento, poi dammene altri mille e quindi cento..quindi mille continui e quindi cento… e quanto poi saranno mille e mille, nasconderemo il loro vero numero…”

E' già musica la lettura dei versi che Catullo duemila anni fa scrisse, una dichiarazione d'amore che nella sua estrema semplicità racchiude tutto il sentimento. 

L'appuntamento del Teatro Salieri di Legnago dedicato alle "Canzoni d'Italia" ha visto il suo epilogo con Fabio Concato e il suo Open Tour 2017, accompagnato da Ornella D'Urbano - arrangiamenti, piano e tastiere, Stefano Casali - basso, Larry Tomassini - chitarre e Gabriele Palazzi - batteria.

Una chiosa che lascia il segno per la semplicità, l'ironia e il garbo di Concato e l'intima connessione stabilita fin dalle prime battute con il pubblico.

Canzoni che hanno accompagnato la vita della maggior parte del pubblico presente e quindi un viaggio nei ricordi di tutti, mantenendo una coerenza nelle atmosfere e armonie jazz, senza cadere in un dialogo elitario ma al contrario un grande senso di appartenenza con il pubblico.

L'esordio discografico nel lontano 1977 con il primo album "Storie di Sempre" di cui Concato ha proposto l'ironica "A Dean Martin". Tra gli altri brani  "Domenica Bestiale" dall'album "Fabio concato" uscito nel 1982, "Rosalina", "Ti ricordo ancora" e "Fiore di maggio" dall'album "Fabio Concato" del 1984, "051/222525" un singolo drammaticamente attuale destinato al sostegno di Telefono Azzurro, inserito poi nell'album uscito nel 1990 "Giannutri" e la coinvolgente "Gigi", dedicata al padre Luigi Piccaluga, chitarrista e autore jazz, più noto come Gigi Concato, "Tutto qua" dall'omonimo album di inediti pubblicato nel 2012 dopo 11 anni dal precedente.

Una serata conviviale, quasi una “terapia” dall'onda frenetica della vita, uno stop a ricordare i sentimenti, la poesia e l'ironia. Concato dialoga con un pubblico “amico” che accetta di buon grado l'invito, scende in platea, saluta e diventa spettatore di se stesso unendosi al coro di tutto il Teatro.

Degno di nota l'intento sociale e benefico del Teatro Salieri che ha dedicato il trittico di concerti in programma per "Canzoni d'Italia" ad altrettante associazioni legnaghesi, con l'attivo coinvolgimento degli artisti che si sono esibiti nelle tre date: Cheryl Porter con un suo omaggio a Mia Martini e Mina per l'Associazione Iride O.n.l.u.s; Ornella Vanoni nel suo suggestivo "Free Soul" per l'Associazione Colomba Bianca e Fabio Concato con il suo diario dei ricordi "Open Tour 2017" per l'Associazione San Martino O.n.l.u.s.

 

Una chiusura che ha visto registrare il tutto esaurito, premiando la programmazione del Teatro Salieri.

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